
Perché la rivoluzione cilena è stata sconfitta?
Cile 11 settembre 1973:
Introduzione
Negli anni Sessanta e Settanta l’America Latina era osservata con attenzione e partecipazione dalla sinistra vecchia e nuova. Indubbiamente era stata la rivoluzione cubana a suscitare l’iniziale interesse, e le successive vicende legate a Che Guevara e alla sua tragica fine in Bolivia nel 1967, avevano accentuato ancor di più l’attenzione per le vicende in corso in quel continente.
L’11 settembre 1973, un colpo di stato organizzato dall’esercito aveva destituito con la forza il legittimo governo cileno di Unidad Popular presieduto dal socialista Salvador Allende e in carica da tre anni. Tutta la sinistra italiana aveva guardato con interesse e partecipazione a quelle vicende, in quanto la sensibilità internazionalista allora era ben viva e portava a ritenere che ogni vittoria o sconfitta riportata dalle sinistre in qualche parte del mondo si riversasse nel proprio paese incidendo sui rapporti di forza tra le classi. In particolare l’attenzione si era concentrata sul Cile dove era in corso un esperimento di trasformazione socialista della società iniziato con la conquista della maggioranza relativa da parte delle forze di sinistra di quel paese.
I testi che qui presentiamo sono riproposizioni di due documenti, scritti a caldo nel corso delle vicende cilene e di altre due riflessioni a posteriori su quei fatti e su come essi, dopo l’esito negativo della via riformista al socialismo cilena, stroncata da un drammatico e violento colpo di stato l’11 settembre del 1973, furono letti e interpretati dal segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, al fine di avanzare la proposta politica del compromesso storico, cioè dell’alleanza tra forze cattoliche, Democrazia cristiana, socialiste, Partito Socialista, e comunisti. Una linea politica destinata ad indirizzare l’azione del più grande partito comunista dell’Europa Occidentale nel corso del decennio Settanta del Novecento.
Il primo documento fotografa il momento del colpo di Stato ricostruendo vicende e contraddizioni della breve esperienza del governo di Unidad Popular di Salvador Allende e accenna, nelle conclusioni, non solo alle modifiche costituzionali e istituzionali introdotte dalla dittatura militare, ma anche a quelle economico-sociali, un vero e proprio esperimento di controriforme che anticipa il neoliberismo imperante a partire dagli anni Ottanta nella società capitalistiche occidentali.
Il secondo documento traccia una compiuta analisi della situazione cilena pochi mesi dopo la vittoria delle sinistre, inquadrandola nel più generale contesto dell’America Latina, a partire da considerazioni sulla strategia dell’imperialismo americano dopo l’affermazione dalla rivoluzione cubana. Segue una riflessione a caldo e a tutto campo circa gli insegnamenti della tragedia cilena. Infine, nell’ultima parte, si considerano le ragioni e le debolezze della proposta di compromesso storico avanzata dal Pci con una serie di articoli del suo segretario comparsi sulla rivista del partito «Rinascita» che prendevano spunto da quanto era appena accaduto in Cile.
Le forze politiche
Il Partito Socialista
Costituito nell’aprile del 1933 su un programma marxista che prevedeva la collettivizzazione dei mezzi di produzione, la dittatura temporanea del proletariato basata sui consigli operai al fine di giungere alla scomparsa dello Stato, l’unità economica e politica dei paesi latino-americani e la costituzione di un blocco continentale antimperialista di repubbliche socialiste, non aderiva all’epoca alla Seconda Internazionale, era critico rispetto alla politica dell’ Urss in seno al movimento operaio internazionale, guardava con favore all’esperienza cubana.
Il Partito Radicale
Fondato nel 1861 era stato il partito dominante in seno al governo frontista nell’anteguerra. Dopo un periodo di declino elettorale era tornato ad essere il primo partito del paese nel 1957 col 21% dei voti. Basato su posizioni democratiche e moderate, faceva parte della Seconda Internazionale, assieme al piccolo partito socialdemocratico
Il Partito Comunista
Dopo aver conosciuto la clandestinità al tempo della dittatura d’ Ibanez (1927-1931) era uscito da questa prova con un’organizzazione rinforzata rispetto a quella socialista. Verso la fine degli anni trenta conquistava la maggioranza della nuova centrale sindacale unitaria, la Confederazione dei lavoratori del Cile. Rimesso fuori legge nel 1948, ritornava alla legalità nel 1958. Nelle elezioni del 1961 otteneva l’ 11% dei voti.
Il Mapu
Sorto da una rottura della sinistra della democristiana nel 1969 a seguito della delusione per le lentezze e le tergiversazioni del governo Frei nel procedere sulla via delle riforme.
Il MIR (Movimento della Sinistra Rivoluzionaria)
Il movimento, sorto sotto l’influenza della rivoluzione cubana, dalla fusione di forze di origine guevariste, trotskiste e maoiste, appoggiava criticamente Unidad Popular restando però sostenitore della via rivoluzionaria al socialismo.
Il Partito Democristiano
La sua origine risale agli anni trenta, tuttavia come organizzazione politica si struttura solo nel 1957. Nel 1961 sorpassava per numero di voti il tradizionale partito conservatore e giocava un ruolo dominante nel Cile e nel movimento democristiano dell’ America Latina. Nel 1964 il suo candidato veniva eletto alla presidenza, l’anno seguente il PDC conquistava la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera.
Il Partito Nazionale
Sorto nel 1966 da una fusione di due precedenti partiti di destra, il partito conservatore e quello liberale.
Patria e Libertà
Fronte nazionalista fondato nel settembre del 1970, si caratterizzava per la sua violenta campagna contro il governo Allende.
Unidad Popular
Costituita nel 1969 comprendeva il Partito Comunista, il Partito Socialista, il Mapu, il Partito Radicale, il Partito Socialdemocratico e una piccola formazione denominata API (Alianza Popular Independiente).
Scheda
Il golpe corre sul filo della ITT (International Telegraph and Telephone)
Mentre l’esercito prendeva il potere a Santiago, a New-York i rappresentati di cinque compa-gnie multinazionali deponevano davanti ad una commissione d’inchiesta dell’ ONU circa le attività eversive messe in atto contro il governo cileno. La coincidenza testimonia... quanto le vicende del governo Allende “interessassero” questi giganti del capitale e lo stesso governo degli Stati Uniti. L’offensiva aperta dell’impe-rialismo americano contro il Cile di Allende risale già a pochi giorni dopo la vittoria di Unidad Popular alle elezioni presidenziali. Un dispaccio del Dipartimento di Stato americano autorizzò l’ambasciatore Usa a Santiago ad impiegare “tutti i mezzi possibili, fino a soluzioni limite” per impedire che Allende prendesse il potere. Si saprà due anni dopo –nel marzo 1972– che l’ ITT, con l’aiuto della CIA, aveva messo a punto un piano sovversivo che mirava a far eleggere alla presidenza della repubblica il candidato della destra cilena Alessandri e comunque, in caso di insuccesso, a scatenare in Cile uno stato di caos economico e di terrore politico che avrebbe fornito alle forze armate il pretesto per intervenire e instaurare un governo di estrema destra.
Nell’ ottobre del 1971 la ITT era al centro dell’offensiva imperialista che avrebbe dovuto portare nel giro di sei mesi allo strangolamento economico del Cile. Pochi mesi prima Allende aveva nazionalizzato il rame senza indenniz-zare le compagnie sfruttatrici americane. La pesante ritorsione delle società espropriate passò attraverso un tentativo di sequestrare il rame cileno in tutti i porti del mondo che le compagnie espropriate consideravano ancora di loro proprietà. Era la guerra del rame che provocò una caduta del prezzo del minerale su tutti i mercati mondiali, causando perdite durissime alle entrate cilene, basate per l’ 80% sull’esportazione del minerale.
I documenti pubblicati nel 1972 dalla stampa americana rivelarono che i piani di sovversione nel Cile erano stati elaborati in alcune riunioni tra i massimi dirigenti dell’ ITT e autorevo-lissimi esponenti del governo di Nixon, come Kissinger... In seguito a tali rivelazioni il Senato Usa istituì una commissione d’inchiesta con l’evidente intenzione di scaricare addosso alla ITT la responsabilità del finanziamento dei tentativi golpisti in Cile e coprire in qualche modo l’intervento diretto del governo americano. In effetti tutta la portata dell’inizia-tiva fu di denunciare la ITT per avere “macchiato l’immagine” degli Usa all’estero e –dulcis in fundo– l’affare ITT finì nel calderone dell’inchiesta sul caso Watergate.
Se il governo Usa contribuì direttamente allo strangolamento finanziario del Cile tagliando tutti i prestiti al governo di Unidad Popular... non cessarono però le sovvenzioni sottobanco alla DC, toccando una media annua dell’ordine delle decine di milioni di dollari. In questa mirabile corsa al finanziamento della DC e al colpo di stato in Cile gli Stati Uniti trovarono i più validi alleati nella DC della Germania Occidentale e in quella italiana
(da Avanguardia Operaia, 21 settembre 1973)