di Adriano Alessandria
A Torino manifestazioni a sostegno delle vittime della crisi industriale
Il 13 di Marzo alcune centinaia di metalmeccanici si sono ritrovati a Torino in piazza Castello davanti alla Regione Piemonte, in una manifestazione promossa dalla Fiom-Cgil. Alle migliaia di lavoratori e lavoratrici metalmeccanici che hanno perso il posto di lavoro e a quelli che a breve esauriranno la copertura degli ammortizzatori sociali, la Fiom Piemontese prova a ricostruire per loro prospettive occupazionali. Lo fa chiedendo all'amministrazione regionale di farsi carico dei tanti ultra quarantenni espulsi dal sistema produttivo, senza prospettive di nuove occupazioni e senza poter accedere per molto tempo alla pensione. La Regione dovrebbe costruire -è la richiesta- un tavolo di concertazione con i sindacati e le imprese, le quali dovrebbero farsi carico del problema riservando in eventuali nuove assunzioni, quote di lavoratori espulsi dalle fabbriche e in età avanzata per ricollocarsi altrimenti.
La situazione in Piemonte presenta, in tutti i suoi risvolti drammatici, i frutti della controriforma pensionistica del governo Monti e la mancanza di una politica pubblica contro la libertà di impresa e delle multinazionali a sfruttare territori, risorse pubbliche e a delocalizzare a piacimento. Questa è una scelta politica, sostenuta dai tanti che teorizzano che lo stato non deve intervenire nelle faccende dell'imprenditoria; salvo poi a finanziarla con soldi pubblici. E, aihmè, ai vertici della Regione ci sono coloro che della libertà di impresa hanno fatto una propria bandiera. Saranno disponibili gli imprenditori a rinunciare, con la nuova legislazione del Jobs act, a manovalanza giovane, a basso costo, tutta da sfruttare e da buttare quando il fisico denuncia le prime incrinature?
Nel pomeriggio, a denunciare la stessa situazione, ha fatto seguito un presidio promosso dall'Unione dei sindacati di base.
