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1 Dicembre  2013  Torino  Lavoro e Sindacato Welfare  

 

I servizi pubblici secondo il sindaco Fassino

di Chiara Carratù

 

Da quando la crisi economica è conclamata, ai servizi pubblici vengono sempre accostate espressioni del tipo “c'è bisogno di garantire che i servizi pubblici siano di qualità e al tempo stesso sostenibili dal punto di vista finanziario”, “si deve fare i conti con la riduzione delle risorse a disposizione”, “sono finiti i tempi in cui si poteva pensare che un' azienda pubblica, solo perché erogava un servizio per i cittadini, potesse vivere sempre in perdita, accumulando passivi” o anche “una società o è in grado di stare in piedi da sola o a quel punto il lavoro è perso”. Queste frasi sono diventate a tal punto un mantra che li ritroviamo anche in bocca al sindaco di Torino, Piero Fassino, che il 23 novembre ha rilasciato un' intervista a “La Stampa” dal titolo “Tempi cambiati:mercato e privati sono indispensabili”.

In questa intervista partendo dai fatti di Genova, bloccata per giorni dallo sciopero dei lavoratori dell'azienda dei trasporti pubblici locali per impedirne la privatizzazione, Fassino sciorina le sue ricette per superare la fase attuale in cui dobbiamo fare i conti con la riduzione delle risorse a disposizione e in cui ogni comune è alle prese con una serie di ristrettezze di bilancio. Quello che manca sia nelle domande del giornalista che nelle risposte del Sindaco è un'analisi delle cause delle cause delle crisi economica e una presa di responsabilità da parte dello stesso Fassino che ricordiamo fa parte di un partito chiamato PD che ora è al governo in un governo di larghe intese insieme ai nemici politici di sempre e che è corresponsabile di quelle famigerate politiche di austerità che sono imposte a livello europeo a tutti gli stati. Queste politiche non solo stanno producendo il più grande esercito di riserva degli ultimi decenni e stanno trascinando in basso verso l'impoverimento generalizzato anche chi apparteneva alla cosiddetta classe media ma stanno portando gli enti pubblici, Comuni compresi, sull'orlo del baratro. Il disegno che si sta mettendo in atto è perverso e Fassino e il PD non ne sono estranei: siamo di fronte al tentativo storico di eliminare tutti i diritti che tutelano la classe lavoratrice e di eliminare ogni forma di stato sociale. È in questo quadro che bisogna inserire la nuova ondata di privatizzazioni che il governo ha annuncoato e la svendita del patrimonio dello stato. In ogni città si stanno mettendo all'asta i gioielli di famiglia e anche Fassino ci tiene a sottolineare che Torino non è da meno: 80% dell'inceneritore, 49% di Amiat, 20% dell'aeroporto ed è in discussione la vendita del 49% di GTT.

La cura proposta da lor signori non è altro che un continuo ricatto alla classe lavoratrice a cui viene detto di tenere la testa piegata per non perdere il lavoro; il fine è solo uno: tutelate i profitti di pochi privati e non caso Fassino dice che l'efficienza oggi passa per la costituzione di aziende più grandi, pronte a resistere al cannibalismo del mercato.

In realtà le privatizzazioni (e di questo ne abbiamo conferma guardando solo alla situazione della rete ferroviaria italiana e al caso Alitalia) non servono a tutelare i diritti di tutti come vorrebbe farci credere il buon Fassino ma a preparare i profitti per pochi e pagarne le spese sono sempre i soliti noti: i cittadini con i disservizi e i lavoratori e le lavoratici con piani di ristrutturazione che significano tagli al personale, anche se secondo il sindaco di Torino i cittadini non subiranno disagi perché tutelati da un contratto tra Comune e azienda che deve garantire gli standard di servizio.

Sulla stampa on line del 29 novembre (Vedi)

leggiamo dell'intenzione della Regione Piemonte di tagliare ulteriormente per il 2014 il fondo destinato alla mobilità pubblica e dell'intenzione di presentare un nuovo piano per la mobilità, definito più efficiente ma che va a tagliare soprattutto le linee periferiche della città. Questo piano verrà presentato in concomitanza con la gara di appalto per vendere il 49% di GTT. A leggere le dichiarazioni di Ceresa, responsabile comunale dei trasporti, la situazione è un po' diversa da quella che descrive Fassino nell'intervista del 23 novembre visto che i tagli andranno a colpire direttamente proprio i cittadini con la perdita di un servizio essenziale. Ma le dichiarazioni sui giornali sono solo un gioco delle parti … noi per parte nostra sappiamo che è detto che le cose debbano andare sempre come viene deciso da chi ci governa. Potrebbe capitare anche a Torino quello che è successo a Genova dove i lavoratori, uniti, in sciopero permanente e con la solidarietà dei cittadini sono riusciti a bloccare una privatizzazione che era stata data già per scontata. Noi di Sinistra Anticapitalista sapremo da che parte stare: con i lavoratori e le lavoratrici e con i cittadini e le cittadine, a partire dallo sciopero aziendale di 24 ore convocato da CGIL, CISL e UIL previsto per il 5 dicembre prossimo proprio per contrastare la politica dei trasporti del Comune di Torino e per la programmata vendita del 49% dell'azienda ad un gruppo privato.

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