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Un ciclo di seminari e proiezioni didattiche

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Pubblichiamo la risoluzione dell’Esecutivo nazionale di Sinistra Anticapitalista, definito nella riunione del 4 febbraio, che sviluppa e attualizza la...

06 Febraio 2014

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C’è molta confusione sotto il cielo italiano. E’ in corso uno scontro politico distorto e annebbiato fino al parossismo dagli strumenti della rete e dai media che non lasciano molti spazi di comprensione ai comuni cittadini sulle reali poste in gioco e sugli obiettivi di ognuno dei soggetti in campo.

Proviamo a ricordare e capire gli elementi fondamentali della situazione.

 

 

 

  1. E’ in atto un attacco senza precedenti alle condizioni di vita e sociali della classe lavoratrice da parte della borghesia (i padroni), l’obiettivo è una sconfitta storica del movimento dei lavoratori, la distruzione dei diritti del lavoro conquistati in più di cento anni di storia della lotta di classe in Europa, già distrutti dal fascismo e dal nazismo tra le due guerre e riconquistati e sviluppati con la vittoria della Resistenza. Siamo a un passaggio storico; dimentichiamolo mai. Chi pensa che i padroni, avendo già recuperato ampi spazi e vecchie conquiste operaie, si accontentino e possano concedere una tregua che permetta al movimento operaio e alla sinistra di riprendersi, crede alla favole e alimenta pericolose illusioni.

  2. La situazione economica nazionale, in totale contrasto con le bugie e l’ipocrisia senza limiti del presidente del consiglio, è pessima; la crisi economica del capitalismo non è alle nostre spalle e provocherà altri duri soprassalti economici e sociali. Non dovrebbe essere il presidente della Confindustria a ricordarlo in funzione dei suoi interessi. Il governo Letta gestisce, in totale continuità coi precedenti governi Berlusconi e Monti e in tutta la loro violenza, le politiche dell’austerità e si appresta a realizzare un nuovo vasto piano criminale di privatizzazioni e di svendita dei beni pubblici a vantaggio dei privati e delle multinazionali.

  3. Nella società, cosiddetta civile, la sfiducia, la demoralizzazione, la stessa “incazzatura” che non trova sponde politiche alternative e strumenti organizzativi sindacali adeguati hanno raggiunto punte massime ed esprimono un crollo dei livelli anche più elementari della coscienza di classe; l’involuzione politica culturale è espressione diretta delle sconfitte e degli arretramenti subiti e viene attivata in ogni modo e in tutte le forme (vedi i media) dall’ideologia della classe dominante; in questo acquitrino ogni idea reazionaria, qualunquista, sessista e razzista trova spazi e possibilità di affermazione.

  4. La vecchia democrazia borghese, quella affermatasi con la caduta del nazismo in Europa e le cui maglie politiche e sociali si erano allargate grazie alle lotte dei lavoratori, è ormai considerata un lusso per la classe padronale, che avendo imposto rapporti di forza per lei più favorevoli vuole ora sbarazzarsene. Se il padronato punta a mantenere alti i profitti e a imporre forme di sfruttamento sempre più selvagge e condizioni ottocentesche, la democrazia diventa un impiccio di cui liberarsi. In tutti i paesi, se pure a livelli diversi, assistiamo a un processo di restrizione delle libertà democratiche e del lavoro, alla involuzione delle istituzioni e a veri e propri processi autoritari. La strada è aperta per processi anche più gravi con l’ascesa di movimenti fascisti ben presenti in alcuni dei paesi che rappresentano già qualcosa di più di un campanello di allarme.

  5. L’accordo tra Renzi e Berlusconi si inserisce in queste scelte di fondo della classe dominante: prevede una rappresentanza politica parlamentare esclusiva di partiti allineati con le politiche neoliberiste, disposti a gestirle, un esecutivo egemone rispetto al parlamento, destinato a diventare definitivamente mera cassa di registrazione delle decisioni governative, a loro volta espressione diretta della classe borghese. Perfino la presidente della Camera, Laura Boldrini, si è prestata a lavorare in questa direzione antidemocratica, anche se poi, per eccesso di zelo, rischia di fare le spese del cinismo dei suoi stessi alleati. Non è in ballo solo una legge elettorale, che per altro potrebbe anche riconsegnare il governo in mano a Berlusconi, ma tutto l’apparato costituzionale, già, attaccato da tutte le parti, e oggi formalmente rimesso in discussione, con il presidenzialismo che comincia a prendere forma sul fondo. 

  6. Chi rompe questa “armonia autoritaria” deve essere semplicemente cacciato e sconfitto attraverso adeguate campagne politiche e di stampa. Oggi sono i “grillini” con le loro contraddizioni ad essere sotto tiro; domani potrebbero essere ancor più forze dinamiche della sinistra, i movimenti sociali e di massa, come per altro si registra nelle vicende della Val di Susa in cui sono state attivati pienamente gli strumenti repressivi polizieschi e della magistratura. Non ci possono essere dubbi su chi siano i veri lupi che in questi giorni vogliono affermare in ogni modo un percorso antidemocratico.

  7. Quello che è avvenuto nei giorni scorsi Parlamento è l’utilizzo da parte del governo e del padronato di un particolare passaggio politico (il decreto sulla Banca d’Italia) per restringere il ruolo del parlamento, affermare una modifica sostanziale della vita politica: il parlamento non discute, o se discute lo fa solo pro forma, registra solo quanto deciso in altre sedi.

  8. Il Movimento 5 stelle (un movimento interclassista, composito, non a caso affermatosi in quella mucillagine della società prima descritta, diretto dall’alto da due deus ex machina e nello stesso tempo molto ligio alle istituzioni) si è opposto con gli strumenti propri e impropri a questa grave involuzione. E’ per questa ragione che è diventato bersaglio di tiri di cannone ad alzo zero; è già oggi un grave intoppo ai disegni di Renzi, Letta, Berlusconi, ma, soprattutto, potrebbe diventare un vero e proprio pericolo nel quadro della nuova legge elettorale, considerate le sorprese che verificarsi alla sua prima applicazione. Così molte delle ambiguità del movimento, dei suoi esponenti e della base sono venute a galla e moltiplicate per cento dal dibattito distorto che si sviluppa nella rete dove sovente compaiono le peggiori cose. Il maschilismo e il sessismo che dominano la società (peraltro indotti e accentuali dalla politica reazionaria dei governi e del padronato, che non si risparmiano nei colpi ai diritti e alla dignità delle donne) sono elementi che ancora tendono a “manifestarsi spontaneamente”, ma a volte anche deliberatamente agiti da alcuni per conquistare facili spazi in vista di future scadenze elettorali. Sul quaderno del M5S c’è una pagina bianca aperta non ancora scritta, le sue dinamiche sono quanto mai incerte e consegnate agli sviluppi della lotta di classe e alle tempeste del prossimo periodo. 

  9. Il sessimo espresso da vari esponenti grillini è repellente, ed è la dimostrazione di quanto anche loro, non siano solo espressione, ma anche attori (anche se non i primi) del disfacimento politico e culturale in atto. E non possiamo che riaffermare quindi la nostra totale distanza e il nostro contrasto con ogni organizzazione o singola persona che lo esprima. Non a caso, noi non abbiamo mai sostenuto la politica complessiva del M5S, ma lavoriamo per costruire un movimento e un’organizzazione di classe, anticapitalisti, femministi, libertari.

  10. Rileviamo anche, proprio sulla base del pieno rigetto del sessismo, che oggi molti soggetti che si scagliano contro il M5S non hanno le carte in regola su questa questione; molti di loro hanno dimostrato in varie occasioni le medesime propensioni sessiste e con i loro atti politici e con pesanti provvedimenti economici e legislativi non hanno certo dimostrato di avere a cuore la sorte e la dignità delle donne e delle lavoratrici, ma le hanno semplicemente massacrate con le politiche dell’austerità.

  11. Ma non basta purtroppo: contemporaneamente assistiamo a un’involuzione profonda delle organizzazioni sindacali che hanno appena sottoscritto un accordo col padronato che distrugge i diritti sindacali democratici, che limita la rappresenta sindacale a coloro che firmano le carte che pongono sul tavolo i padroni, che penalizzano e puniscono tutti quelli che proveranno a costruire l’iniziativa e la lotta dei lavoratori contro i ricatti, il degrado delle condizioni di lavoro, il supersfruttamento. Il congresso della CGIL segna purtroppo il punto più in basso dell’orientamento di questa confederazione e della sua democrazia interna. E’ in questo clima che si inserisce l’iniziativa della segretaria generale della Cgil di sottoporre il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ad un provvedimento disciplinare per il suo rifiuto dell’accordo del 10 gennaio. Noi non abbiamo mai nascosto le nostre divergenze con il gruppo dirigente della Fiom, in particolare negli ultimi tempi. Ma non possiamo tacere che le sanzioni contro Landini servono a sperimentare sulla sua figura simbolica tutta la logica repressiva e tendenzialmente corporativa che con l’accordo si vuole imprimere alla vita sindacale del nostro paese.

  12. Quanto sta avvenendo con Electrolux non è un episodio isolato, ma un nuovo crocevia della lotta di classe da sempre caratterizzata da momenti di scontro e da forzature che affermano una vittoria o una sconfitta dell’una o dell’altra classe e condizionano il corso successivo degli avvenimenti. E’ stato cosi nell’autunno caldo del ’69 a vantaggio dei lavoratori; così in direzione opposta alla Fiat dell’80 e poi ancora due anni fa sempre alla Fiat con Marchionne e la sua protervia padronale. La direzione dell’Electrolux parte dal successo di Marchionne e dall’asservimento dei sindacati che hanno appena firmato la loro completa disponibilità a ad accettare le deroghe ai contratti di lavoro per passare a un grado di dominio, ricatto e sfruttamento comparabile con quello dei paesi cosiddetti del terzo mondo. Se passano il dimezzamento dei salari e le altre tagliole proposte dalla direzione aziendale, una nuova diga sarà sfondata, tutti i padroni, anche quelli nelle migliori condizioni produttive, anche quelli presunti “buoni”, vorranno quanto è stato ottenuto dalla Electrolux.

  13. La spirale verso il basso non si fermerà più. E la nuova “inchiesta” di quel giornale ultra filopadronale che è La Repubblica sui debiti dell’INPS, per altro volutamente creati in questi anni con le decontribuzioni legalizzate e l’evasione tollerata, con la confluenza della cassa dei dirigenti di azienda, largamente deficitaria, con gli artifici contabili dell’unificazione INPS-Inpdap, ci indica dove avverrà il prossimo attacco padronale. La controrivoluzione non è finita con la controriforma Fornero sulle pensioni, ma la vogliono continuare, mentre la sanità e la scuola vengono ridotte allo stremo e sempre più privatizzate. Chi non capisce che questa è la sostanza, chi si sofferma sugli squallidi scontri televisivi, in cui ormai tutto è permesso, chi resta alla superficie dei giochi sporchi non solo non vede lo scontro vero ma diventa una pedina nel gioco di chi dall’alto tira le fila.

  14. Chi vuole un’alternativa a queste schifezze, chi vuole difendere il futuro per se stesso e per la classe lavoratrice deve avere chiari obiettivi e percorsi su cui lavorare in modo unitario con tutte le forze della sinistra sociale e politica che li condividono.

 

    • I diritti democratici e politici strappati con la Resistenza e che si esprimono anche in una rappresentanza democratica del Parlamento vanno difesi. Ne conosciamo tutti i limiti, siamo da sempre per una democrazia superiore, quella dei consigli delle lavoratrici e dei lavoratori, per un altro progetto di società, per il socialismo, ma nello stesso tempo difendiamo tutti gli spazi di libertà e i diritti del lavoro che permettono di costruire il protagonismo dei lavoratori e ci opponiamo all’azione di tutti i conservatori e ai socialiberisti che oggi vogliono porre termine alle conquiste sociali del passato e ridurre le forme di democrazia esistenti.

    • Siamo egualmente per difendere i diritti sindacali e l’agibilità di intervento e azione per coloro che vogliono battersi da una posizione di classe in difesa dei lavoratori nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro: per questo oggi sosteniamo la sacrosanta battaglia della opposizione sindacale della CGIL e rivolgiamo un appello a farlo anche a tutti coloro che sono di sinistra. A chi serve una CGIL completamente burocratizzata e normalizzata come a suo tempo è avvenuto con la CISL? Siamo per costruire l’unità di tutti i settori sindacali che combattono contro le politiche di austerità, di tutti i movimenti sociali che comprendono che la difesa dei beni comuni e dell’ambiente, dei diritti sociali più elementari, passa attraverso una lotta convergente.

    • Siamo perché tutte queste forze spieghino chi sono gli alleati di classe e chi i nemici, i padroni, i poteri finanziari, ma anche i partiti, le due coalizioni di centro destra e di centro sinistra che li rappresentano e che agiscono per loro conto. Con nessuno di questi partiti è possibile un’alleanza; sarebbe contronatura e nociva; altra cosa è riuscire ad incidere con le iniziative e le lotte concrete sugli iscritti o votanti del PD.

    • Siamo per una forte campagna politica e sociale unitaria per impedire che i padroni della Electrolux vincano questa battaglia decisiva sfondando un nuovo argine della classe operaia. Siamo per la difesa dei redditi, dei salari, dell’occupazione, dei servizi pubblici, lavorando per una mobilitazione sempre più ampia, verso lo sciopero generale per rivendicare ed imporre un nuovo forte intervento pubblico per garantire un’occupazione e una vita dignitosa a tutti i cittadini.

    • Siamo infine per unire questa battaglia nel nostro paese a quella di tutti gli altri lavoratori che in Europa lottano contro le politiche dell’austerità espresse nel cosiddetto fiscal compact. Siamo contro questa Europa dei padroni e dell’austerità, ma siamo anche per un’altra Europa quella delle lavoratrici e dei lavoratori, democratica e sociale che sola sarà garante dei loro interessi e che potrà nascere dalle loro mobilitazioni e rivendicazioni.

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