sindacati, milioni di socialisti hanno risposto all'appello. Per bocca dei loro rappresentanti, da Basilea, i lavoratori gridano ai governi un ammonimento che è una sfida: osate di proclamare la guerra e noi reagiremo con tutti i mezzi. Se dobbiamo morire, non moriremo uccidendo i nostri fratelli, ma ci sacrificheremo per la causa della emancipazione operaia, cercando di rovesciare per sempre il dominio della borghesia.
Dalla Voce, 8 dicembre 2012
Il X congresso dell'Internazionale socialista e operaia, la II Internazionale, avrebbe dovuto tenersi a Vienna nel mese di agosto, annunciandosi, nel 25° anniversario dalla sua fondazione e nel 50° dalla fondazione della I Internazionale, l'avvenimento politico e antimilitarista dell'anno. All'ordine del giorno c'era infatti il pronunciamento pro o contro lo sciopero generale operaio simultaneo nei vari paesi per prevenire ed impedire un'eventuale guerra sicuramente catastrofica.Il congresso non vide mai la luce. Il 4 agosto 1914 il gruppo parlamentare socialdemocratico del Reichstag votò i crediti di guerra, il presidente dell'Internazionale, Vandervelde, entrò nel governo Belga e, in Francia, fu consacrata l'Union sacrée e Jules Guesde, diffusore del pensiero marxista in Francia il pensiero, assunse l'incarico di ministro di Stato, pochi giorni dopo l'assassinio di Jaurès (31 luglio), l'altro grande dirigente socialista francese, da parte di un giovane nazionalista che voleva la guerra contro la Germania. Posti bruscamente davanti a fatti che non lasciavano alcuna via di uscita, le grandi forze socialiste e socialdemocratiche abdicarono al loro impegno internazionalista, con la sola eccezione del partito socialdemocratico russo, del partito socialista italiano e del partito socialista serbo. Eppure nei diversi congressi dell'Internazionale e, in particolare, a Stoccarda (1907) e a Basilea (1912), furono adottate risoluzioni che condannavano violentemente il militarismo ed esprimevano il desiderio della socialdemocrazia di opporsi con tutte le sue forze a una eventuale guerra. Socialismo, antimilitarismo e internazionalismo erano tutti sinonimi che costituivano il tema centrale di tutta la propaganda socialdemocratica. L'internazionale non era, quindi, del tutto impreparata all'eventualità di uno scontro bellico tra le potenze imperialiste, anche se una parte significativa dei suoi dirigenti condivideva un sentimento diffuso nel vecchio continente, ossia quello di appartenere a una stessa civiltà, di condividere i medesimi valori; una civiltà che si definiva come antitesi del mondo coloniale, uno spazio di alterità necessario a fissare la sua immagine superiore e dominatrice, come pure la missione storica di vettore del “progresso”. Non a caso proprio negli anni che precedette la guerra si sviluppò all'interno della destra socialdemocratica una corrente “socialista coloniale”. Per costoro era improbabile una guerra catastrofica nel cuore dell'Europa.Nel corso della lezione saranno individuate alcune delle cause pregnanti che furono all'origine della capitolazione dell'Internazionale socialista prendendo il caso del partito socialdemocratico tedesco e dei socialisti francesi, nonché il dibattito che si sviluppò nei congressi dell'Internazionale: Limiti del suo funzionamento dell'Internazionale: l'incoerenza dell'organizzazione e la carenza di strutture internazionali riflettevano uno stato di cose uno stato d'animo più profondi. Le differenze tra le concezioni e le esperienze dei diversi partiti nazionali si fecero pesantemente sentire nell'ambito dell'InternazionaleIl fenomeno della burocratizzazione che colse appieno Rosa Luxemburg facendo particolare riferimento alla socialdemocratica tedesca: la burocrazia rischia di diventare una forza conservatrice e nazionalista essendo integrata nello Stato borghese ed identificandosi nelle sue istituzioni. Il sentimento nazionalista contagia del resto alcuni settori proletari anche grazie all'ideologia della classe dominante che, intimorita dalla crescita delle forze socialiste, incoraggia le posizioni nazionaliste allo scopo di impedire l'unità di classe. Di fronte a una posizione socialista e internazionalista, le classi dirigenti sono obbligate, pena la loro morte, a sforzarsi di riconciliare il proletariato con la Patria, persuadendolo che è parte integrante della comunità nazione. Questa è del resto la funzione dell'ideologia nazionalista, fondata sul sentimento nazionale che venne veicolato attraverso l'educazione, la stampa, la chiesa
Breve bibliografia
G.D.H. Cole, Storia del pensiero socialista. La Seconda Internazionale, vol.III, Laterza. Bari 1967. George Haupt, Il fallimento della Seconda Internazionale, Samonà e Savelli,Roma 1970. George Haupt, L'Internazionale socialista dalla comune a Lenin, Einaudi, Torino 1978Storia del marxismo. Il marxismo nell'età della II Internazionale, AA.VV, Einaudi, Torino 1979 Pierre Broué, Rivoluzione in Germania 1917-1923, Einaudi, Torino 1977. I primi capitoli offrono uno straordinario spaccato della socialdemocrazia tedesca poco prima dell'inizio della guerra.
Alcuni classici del marxismo rivoluzionario.
Alcuni scritti li trovate su internet.
Lenin, Il fallimento della II Internazionale,
http://www.bibliotecamarxista.org/lenin/volume%2021/len21fal.htm . Scritto tra il maggio-giugno 1915.
Lenin, Il socialismo e la guerra, Scarica PDF
Recentemente (2012) EditoriRiuniti ha ripubblicato i 2 volumi che raccolgono alcuni testi politici significativi di Rosa Luxemburg, Scritti politici.